Ecosostenibilità il mantra che tutti dovrebbero osservare

L’ecosostenibilità al giorno d’oggi è una parola usata da molti. Le aziende si stanno impegnando per dimostrare la propria attenzione verso l’ambiente. Le persone, contemporaneamente, iniziano a mostrare una maggiore accuratezza nella scelta dei marchi e dei brand preferendo quelli con un basso impatto sulla natura.

I punti nevralgici dell’ecosostenibilità sono il riciclo e il riuso. Essi consentono di riutilizzare materiali di scarto donandogli nuova vita. Si parla di riciclo creativo nel design, nella moda e perfino nel mondo del food. Cucinare con gli scarti è diventata un’attività accolta anche da chef stellati. L’ecosostenibilità non è più prerogativa solo dei settori produttivi. Ormai coinvolge principalmente i consumatori, che sono invitati ad agire in modo virtuoso mediante azioni quotidiane: attenzione allo spreco energetico e alimentare, raccolta differenziata, scelta di prodotti e marchi sostenibili.

L’ecosostenibilità non accetta che si distrugga il patrimonio naturale e non accetta la povertà come condizione di vita.

Lo sviluppo ecosostenibile, dunque, è da ricondursi all’incontro di quattro diverse sostenibilità connesse tra loro: sostenibilità ambientale, economica, sociale e sostenibilità istituzionale.

Il termine tiene banco da prima degli anni 90 ma la sua risonanza è notevolmente aumentata nell’ultimo periodo. Questo perché con il passare del tempo si è amplificata l’urgenza di agire e la consapevolezza che il nostro modo di vivere è insostenibile.

La strada da percorrere è lunga: ogni settore presenta criticità per attuare una condotta ecosostenibile al 100%.  Ad esempio, le condizioni di ingente povertà in cui vive gran parte della popolazione mondiale, all’assenza di posti di lavoro, le difficoltà che moltissime persone hanno ad accedere al progresso tecnologico fino al riscaldamento globale sono punti cruciali su cui operare.

È stato definito perciò un piano per lo sviluppo sostenibile ben delineato: Agenda 2030.

Programma sottoscritto nel 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Esso prevedeva il raggiungimento di 17 obiettivi per uno sviluppo sostenibile entro 15 anni, che oramai sono diventati meno di 10.

Un’ottima definizione di sviluppo ecosostenibile è quella trattata dal rapporto Brundtland (noto anche come Our Common Future, ovvero “Il nostro futuro in comune”). Documento stilato dalla Commissione Mondiale su Sviluppo e Ambiente istituita dall’ONU e presieduta dalla ex premier norvegese Gro Harlem Brundtland. secondo cui “lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.

Le tematiche ecosostenibili coinvolgono ogni aspetto della nostra vita.

Non c’è settore in cui il tema dell’ecosostenibilità non abbia fatto breccia: dall’agro-alimentare, alla moda, interessando edilizia, arredamento e perfino i servizi.

Un’agricoltura ecosostenibile, ad esempio, è attenta all’impoverimento del terreno coltivato, alla qualità del vegetale seminato e del suo impatto sulla fauna autoctona.

Come tassi d’inquinamento, seconda solo alle raffinerie, c’è l’azienda dalla moda. Le principali emissioni di gas serra provengono dalla produzione di tessuti, quindi, si è reso essenziale che il riutilizzo dei medesimi diventi una pratica comune. L’edilizia e l’architettura ecosostenibile cercano invece di trovare materiali, design, tecniche di costruzione e di condizionamento a basso impatto ambientale.

Ragguardevole è anche il turismo ecosostenibile, cultura che pone l’attenzione su un turismo sviluppato in strutture sostenibili e propone attività rispettose dell’ambiente ospitante. Il famoso sito Inca di Machu Picchu è il primo sito turistico 100% ecosostenibile.

Cosa significa essere davvero essere ecosostenibile?

Per spiegarlo partiamo da LCA, acronimo di Life Cycle Assestment. Si tratta di una metodologia che aiuta a capire l’impatto generato verso l’ambiente da servizi, sistemi economici e filiere produttive. Definito il campo di analisi, lo studio di LCA consente di valutare l’impatto ambientale generato dai diversi processi produttivi in esso compresi, individuando quelli a maggior impatto ambientale.

Il termine “impatto ambientale” è definito, nel Regolamento EMAS, come qualunque modifica dell’ambiente, negativa o positiva, derivante in tutto o in parte dalle attività, dai prodotti o dai servizi di un’organizzazione.

Creare un prodotto ecosostenibile significa che, lungo tutto il complesso ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento come rifiuto (o riciclo), il contributo alla modifica dell’ambiente, in almeno una delle sue matrici (aria, acqua, suolo…), é minimo.

Le aziende stanno accrescendo il proprio impegno sul fronte della sostenibilità e lo comunicano ai consumatori sulle etichette dei prodotti.

Un prodotto su cinque ha sulla confezione come minimo uno slogan legato all’ecosostenibilità ambientale.

Esso può interessare la gestione sostenibile delle risorse naturali, la responsabilità sociale d’impresa o il controllo della filiera.

È consuetudine, ormai, vedere persone che prima dell’acquisto studiano l’etichetta. Cercano di capire cosa c’è scritto nella lista ingredienti, la provenienza delle materie prime e se è un prodotto cruelty-free.

Una maggiore attenzione per il nostro Pianeta ormai è divenuto un argomento focale nel dibattito socioeconomico mondiale.

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